È un disturbo caratterizzato da ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono dei pensieri ricorrenti vissuti come intrusivi, inappropriati e fonte di ansia. I pensieri e gli impulsi delle ossessioni non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale. La persona tenta di ignorare o sopprimere tali pensieri, di neutralizzarli con altri pensieri. La persona riconosce che i pensieri, gli impulsi o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno). Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta a un’ossessione, secondo regole che devono essere applicate rigidamente. I comportamenti o le azioni mentali sono rivolti a ridurre il disagio o a prevenire le situazioni temute. In qualche momento la persona riconosce l’irragionevolezza o l’eccessività delle compulsioni. Qs disturbo causa un grosso dispendio di tempo ed energia, modifica le abitudini e interferisce sul funzionamento globale della persona. Il soggetto non può evitare di mettere in atto i rituali, le stereotipìe e i comportamenti rigidi e fissi; appare ripetitivo, rigido, aggressivo verso sé stesso e gli altri. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale. È presente ritiro dell’affettività. Atteggiamento di eccessiva parsimònia, logica di accumulo, tendenza al perfezionismo (molto esigenti verso sé e gli altri).
Secondo una visione psicodinamica il sogg. ha bisogno di controllare l’ambiente esterno che rappresenta un’estensione dell'imago materna. Si ipotizza una fissazione o regressione a uno stato anale dove predominano le tematiche legate al controllo del proprio corpo, delle pulsioni, del movimento nello spazio, dell’ambiente e nel trattenere (conflitto tra espulsione e ritenzione).
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